Mettersi in gioco

Papa Francesco, nella Messa conclusiva della XXXI GMG a Cracovia nella scorsa estate, diceva così ai giovani del mondo:
«...mettersi in gioco, perché la vita non va chiusa in un cassetto. Davanti a Gesù non si può rimanere seduti in attesa con le braccia conserte; a Lui, che ci dona la vita, non si può rispondere con un pensiero o con un semplice “messaggino”! Cari giovani, non vergognatevi di portargli tutto, specialmente le debolezze, le fatiche e i peccati nella Confessione: Lui saprà sorprendervi con il suo perdono e la sua pace. Non abbiate paura di dirgli “sì” con tutto lo slancio del cuore, di rispondergli generosamente, di seguirlo! Non lasciatevi anestetizzare l’anima, ma puntate al traguardo dell’amore bello, che richiede anche la rinuncia, e un “no” forte al doping del successo ad ogni costo e alla droga del pensare solo a sé e ai propri comodi».

Quale programma migliore all’inizio di un nuovo anno di Oratorio e di formazione e nella domenica in cui alcuni adolescenti decidono di fare la Professione di Fede?

Che si dica “scegli bene” o “scegli il bene” ciò di cui i ragazzi hanno bisogno è di avere accanto una “comunità educante” fatta di adulti, educatori giovani, catechisti, genitori che sappiano indicare loro le mete alte da raggiungere.
Il desiderio di felicita e di bellezza che c’è nel cuore dei ragazzi, adolescente e giovani troverà in Gesù la sua pienezza.

“I ragazzi possono imparare che ci sono scelte che occorre fare per non perdere questa occasione, che ci sono persone che vale la pena seguire ed imitare perché hanno scelto a loro volta di seguire ed imitare il Signore Gesù e che ci sono inviti che bisogna accogliere sapendo che vengono da persone che vogliono il loro bene e che hanno il coraggio di proporre scelte coraggiose e anche controcorrente”.

Buon cammino educativo.

dS

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