QUESTA NOSTRA CHIESA

E' indubbio che se oggi la Comunita' Parrocchiale di Limito ha una chiesa sufficientemente capiente e funzionale, il merito va attribuito ad un Parroco, don Beniamino Gandini, che piu' di 50 anni fa, con determinazione nonostante le numerose difficolta', l'ha voluta e progettata.
Per la verita' le sue intenzioni non si fermavano alla sola chiesa, ma la sua costruzione era collocata all'interno di un intero complesso di opere parrocchiali (Casa Parrocchiale, Oratorio, Cinema) e di opere residenziali (circa 100 appartamenti).
La fine del "boom" economico ha ridimensionato di molto questo grandioso progetto,: di esso ci e' rimasto solo la Chiesa e la Casa Parrocchiale (l'Ex salone dell'Oratorio), con la parte superiore integrata nel Beneficio Parrocchiale e percio' destinata alle attivita' parrocchiali, nonche' ad abitazione del sacerdote.
La grandezza e la straordinarieta' dei questa chiesa sta nel fatto che nulla in essa e' casuale o fine a se stesso, ma ogni suo aspetto, sia quello strutturale, sia quello figurativo, che quello degli oggetti destinati al culto eucaristico (altare e ambone) e' legato l'uno all'altro da un unico e medesimo messaggio. Sono reciprocamente indipendenti, per cui l'uno diventa incomprensibile senza l'altro.
E' questa la filosofia costruttiva della Scuola Beato Angelico, per la quale la chiesa di mattoni deve essere nel suo insieme espressione del cammino spirituale e di fede della Comunita' che vi celebra l'Eucarestia.


LA STRUTTURA ARCHITETTONICA

E' apparentemente molto semplice: si tratta di un incontro di 3 parabole che si intersecano tra loro.

La prima verticale o discendente(quella della cupola) e' la parabola di Dio, del suo Regno che viene e si apre verso l'umanita' quasi in un abbraccio (le due ali laterali) e che ha per fuoco l'altare in cui il mistero di Dio si fa presenza per noi.
La seconda parabola e' quella della Comunita' Cristiana, della Chiesa, segno nel mondo del Regno di Dio; ha il suo centro nell'Eucarestia, (il Mistero di Cristo da cui essa nasce) e si apre sul mondo e sulla storia (rappresentati dalla terza parabola), annunciando ad essi la salvezza.

Si noti la corrispondenza tra la parabola di Dio e quella della Chiesa: ai 24 Beati che offrono al Cristo glorioso le loro corone corrispondono i 24 stalli del coro ligneo con al centro il seggio del Sacerdote (segno di Cristo).
All'altare del sacrificio dell'Agnello che, risorgendo, ha aperto il libro della vita chiuso dai sette sigilli corrisponde l'altare del sacrificio eucaristico che e' memoria e presenza dello stesso evento.
 


LA PARTE FIGURATIVA

Si innesta perfettamente sulla struttura architettonica.
il messaggio si articola in tre tempi(vedi le 3 parabole):
-visione celeste della vittoria finale e della gloria
-la realta' terrena che e' la lotta tra il bene e il male
-la fine dei tempi: il giudizio di Dio che pone fine alla storia

Nell'area della parabola di Dio c'e' la presentazione del Regno dei cieli.
Dall'alto al basso e, quindi, dalla massima luce agli stalli del coro si succedono nella descrizione dell'Apocalisse: 
-La Trinita' in gloria: la mano del Padre con la corona d'alloro, lo spirito in forma di Colomba, il Figlio in trono.
-Ai due lati si protende la corte celeste, la Comunita' dei beati (dodici per parte) che cantano lode a Dio con le cetre.
-Il trono del Cristo formato dai quattro animali che per la tradizione rappresentano i 2 Evangelisti.
-Ai lati del trono Maria e Giovanni: cioe' coloro che hanno vissuto da vicino il mistero della croce e della salvezza e ora da vicino vivono quello della gioia.
-Su un registro inferiore, un altare su cui sta l'agnello con il libro dei 7 sigilli.

Attorno all’agnello, la città di Dio, la Gerusalemme celeste inondata dall’acqua della vita, in cui non c’è più lutto, lamento e affanno, perché le cose di prima sono passate. “Ecco, faccio nuove tutte le cose“ dice il Signore.

Le superfici delle pareti che corrispondono alla parabola dell’ “umanità-mondo” hanno al centro una vetrata in vetro-cemento di spessore di 2 cm, opera della ditta TONIUTTI di Bollate (su disegno della Scuola Beato Angelico) il cui tema è il Diluvio Universale, dominato da un arcobaleno, segno della riconciliazione tra Dio e l’umanità. La figura esprime la fine della lotta tra il bene e il male e la salvezza della storia portata dal giudizio di dio.

Dalla vetrata sgorga un potente fiume che si svolge in basso lungo la parete: quest’acqua opera il giudizio di Dio lasciando passare Israele all’asciutto (parte di sinistra) e sommergendo i carri e i cavalli del faraone (parte di destra) è la separazione del grano e della zizzania, operata dagli angeli nel giorno del giudizio.

Raffigurazione del giudizio di dio nella parabola della zizzania.

Tra i due fatti (gloria e giudizio precedentemente descritti) sta la vicenda umana caratterizzata dalla lotta tra il bene e il male, tra il peccato e la grazia. Il dramma è rappresentato della parabola della zizzania, combinato con quella del seminatore, per indicare che la Parola di Dio è l’oggetto fondamentale della contesa.

  
Parabola del seminatore nel  Vangelo di Matteo

Sull’altra parete (a destra guardando l’altare) la lotta tra il bene e il male è emblematicamente raffigurata dal serpente che fa cadere i progenitori nel peccato, ma è poi vinto e schiacciato dal “seme della donna” (il futuro messia)

 
Descrizione della lotta tra il bene e il male

Vi è cosi rappresentata la cacciata dalla felicità, l’esperienza del male e del dolore che colpiscono la famiglia umana, la quale sarà poi redenta dell’albero della croce sotto cui nasce l’uomo nuovo, la nuova famiglia e una nuova libertà, capace di operare per il bene (scienza, arte,…). E’ una vera e propria catechesi da vedere!

La redenzione operata dalla croce di Cristo sull’umanità


L’ALTARE E L'AMBONE

L’altare del sacrificio eucaristico e per il rapporto che ha con questo, l’altare della parola (ambone) sono al centro dell’aula assembleare, quasi ad affermare la centralità della parola e dell’eucarestia in ordine all’esistenza e all’edificazione della comunità ecclesiale. Per questo anche visivamente entrambi si staccano dagli altri elementi della chiesa, quasi a dirci che è lì la fonte e la sorgente della vita per noi.

 

L'ALTARE

Massiccio (38 quintali) costruito secondo la struttura del dolmen (il più antico altare conosciuto), è formato da due tronchi (5 quintali l’uno) in Rosso Magnaboschi fresato e da una mensa (28 Quintali) in Bardiglio, su cui sono incise le fronde di ulivo. Il riferimento simbolico ai 2 alberi di ulivo di cui parla l’apocalisse, dai quali verrà l’olio che consacrerà la comunità dei redenti, rendendola capace di sostenere con fedeltà e perseveranza la testimonianza del vangelo.

 

 

 

L'AMBONE O ALTARE DELLA PAROLA

E’ formato da una balaustra in Travertino (così come è il perimetro della chiesa), sul cui fronte curvo è inciso l’episodio evangelico dell’Angelo che annuncia alle donne la resurrezione di Cristo. E’ questo l’episodio da cui ha inizio la testimonianza della chiesa. Il corrimano della balaustra è in Rosso Magnaboschi, il leggio è invece in Bardiglio. Si riprendono così, anche attraverso i materiali usati, i colori dell’altare, significando in questo modo il rapporto stretto tra Eucarestia e Parola.










Sia l’altare che l’ambone sono opera della ditta COMANA di Seriate (BG); il progetto è invece stato proposto dalla Scuola Beato Angelico di Milano.


Don Umberto Galimberti (1994)QUESTA NOSTRA CHIESA.


Informazioni aggiuntive