Carlo Castagna

Giovedì sera, nell’ambito degli incontri della “Quaresima in citta”, abbiamo vissuto uno di quei momenti che restano nella memoria per intensità e forza.

Carlo Castagna ci ha raccontato la sua storia iniziata l`11 dicembre 2006, quando la sua famiglia, i suoi affetti più cari gli sono stati strappati in modo assolutamente inaspettato e violento.

Carlo non è un eroe, ma un “povero cristiano” che riesce a mettere in pratica il Vangelo del perdono. «Io sicuramente quella sera sono stato aiutato, ho vissuto una “sovrabbondanza di misericordia”», racconta Carlo, gli occhi spesso umidi di lacrime. «Più ci penso e più ne sono certo: nell'istante stesso in cui mi sono sentito dire: "Ci sono quattro persone sgozzate in quella casa", immediatamente il Padre mi ha sorretto e indicato la via.

In quel momento Paola, Raffaella e Youssef erano lì al mio fianco, perché io lo conosco bene il Carlo Castagna, non avrebbe mica reagito così. Il Carlo Castagna avrebbe detto: "Chi è stato? Dove sono? Datemi un coltello che li ammazzo!".

Invece Dio mi ha dato la forza del perdono e la lucidità di capire che ero a un bivio. Ho preso la strada giusta, altrimenti sarei entrato anch'io nel vicolo cieco delle tenebre».

Chi c’era ha intuito che il perdono non è un gesto semplice, ma è frutto di un cammino di fede profondo, viene da lontano, molto prima del momento in cui lo si esercita. Una testimonianza che ci prepara alla Pasqua: la fonte della nostra fede, l’origine della Misericordia di Dio.

Buona Settimana Santa.

dS

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