Perdonare le offese

La Festa della Famiglia di quest’anno si colloca nel cuore dell’Anno Giubilare indetto da Papa Francesco, il cui motto, “Misericordiosi come il Padre”, rimanda a riflettere e a proporre, come stile di vita del cristiano, le opere di misericordia corporali e spirituali.

È un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace.

In questa prospettiva, tenendo conto dell’Anno Santo e di alcune suggestioni emerse nel Sinodo dell’ottobre 2015, la Festa della Famiglia di quest’anno vuole declinare l’opera della misericordia “Perdonare le offese”.

Perdonare le offese, saper chiedere perdono per una incomprensione, per una distrazione, per una omissione al proprio coniuge, ai figli, ai genitori, al fidanzato, la vicino di casa, alle persone che incontriamo sul lavoro, a scuola, in parrocchia, sono gesti semplici a cui possiamo allenarci ed educarci; il perdono ci aiuta a diventare, noi per primi, misericordiosi verso coloro che quotidianamente condividono la nostra vita e incontriamo.

Perdonare è difficile, lo sappiamo per esperienza.

Scrive un bravo biblista, commentando questa opera di misericordia: “Perdonare significa reggere l’urto del male che ci tocca personalmente attraverso il comportamento ingiusto degli altri; significa amare coloro che nei nostri confronti agiscono da “nemici”; significa mantenersi saldi bella volontà di bene. Perdonare è “patire” senza smettere di amare, come ha fatto Gesù. Nel perdono si manifesta in modo evidente la forza vittoriosa del bene sul male. Il perdono rasenta l’impossibile perché è frutto della conversione del cuore. Qui la misericordia raggiunge il vertice e diventa lievito che rinnova l’intera società. Il perdono vince la sete di vendetta che viene dalla paura e dall’orgoglio: è figlio dell’umiltà. La sua misura, secondo l’insegnamento di Gesù, è quella di non avere misura.”

dS

Informazioni aggiuntive