È L’AMORE CHE MUOVE LA NOSTRA VITA

 

Non bastano il cibo, il lavoro, le regole di vita comune: è necessario il fuoco dell’amore per dare un senso a tutto. Chi crede e accoglie il dono dello Spirito nella propria vita non vede magicamente cambiare le circostanze, ma vede trasformare il cuore; e quando le circostanze cambiano mentre il cuore rimane di pietra, la vita perde senso; quando invece le circostanze permangono ma cambia il cuore, allora la vita ha senso, si possono affrontare anche le difficoltà, comprese le più gravi, se c’è un cuore trasformato dall’amore. Viceversa, basta anche una difficoltà minima per mandare in crisi chi ha il cuore indurito. A volte noi per cercare la felicità puntiamo sul cambiamento delle cose o delle situazioni – è vero che possono influire – ma non sta su questo piano il senso della nostra vita: sta nella trasformazione del cuore.

Il Signore ci doni l’amore, perché riusciamo a vedere nelle circostanze di ogni giorno la sua presenza: questa è la fede. Il cristiano non ha una via sopraelevata che possa evitare i problemi; il cristiano vive la vita di ogni giorno come tutti gli atri uomini, vive gli stessi problemi, le stesse difficoltà, le stesse gioie, le stesse opportunità. È diverso però il cuore; perché il cristiano che ha accolto il dono dello Spirito sa che tutto è grazia e vede allora il fratello e la sorella non come un concorrente, o un essere fastidioso o magari da sfruttare, ma vede l’immagine e somiglianza di Dio. Il cristiano vede nelle sofferenze non l’anticamera della disperazione, ma il passaggio della croce verso la risurrezione. Il cristiano vede nelle gioie non degli scivoli pericolosi verso la superficialità, ma degli anticipi della gioia eterna.

Cioè al cristiano non è tolto nulla della vita comune: cibo, lavoro, relazioni sociali; semplicemente li riempie di un amore più grande, li vede in uno spessore più profondo. Questo è il dono della fede, ed è un peccato tenerlo per noi; perciò lo Spirito spinge alla testimonianza, perché chi ama desidera comunicare ciò che dà gioia, senza invidia, senza paura di perderlo.


Mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena - Nonantola
Omelia pentecoste 2022

 

 

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