GUARDARE LE COSE


Carissimi,

immaginate che cosa accadrebbe se le cose, all’improvviso, si ribellassero e iniziassero a fare il contrario di quello che fanno adesso: fiumi che scorrono all’indietro, pietre che volano nell’aria, acqua che ghiaccia al sole, gomme che scrivono al posto di cancellare…

È quello che immagina Ermanno Bencivenga in un suo curioso racconto. Nella sua storia, l’autore a un certo punto immagina una sorta di dialogo tra le cose ribelli e gli uomini un po’ preoccupati. Alla fine del dibattito una palla che non rimbalza dice agli uomini: «Vogliamo solo un po’ di attenzione. Siamo sempre in grado di sorprendervi, e se ve lo dimenticate lo faremo ancora». Il racconto si conclude con un ritorno alla normalità; ma gli uomini impararono a guardare alle cose con più interesse e anche con un po’ di timore.

Guardare le cose vuol dire talvolta puntare gli occhi su un oggetto con il desiderio enorme di possederlo come se l’averlo potesse darci la felicità. L’avvento è il tempo in cui impariamo a mettere ordine nei nostri desideri per dare spazio al desiderio grande di accogliere Dio come sommo bene.

Guardare le cose può anche voler dire imparare a sorprenderci per ciò che ci circonda. Tanti oggetti sono il frutto dell’ingegno umano. È bello che impariamo a guardarli con la meraviglia di chi sa che Dio ha dato all’uomo la possibilità di inventare, costruire. Ma forse vanno guardati anche con un certo timore, perché l’uomo può usare la sua intelligenza per nuocere e distruggere. L’avvento è il tempo che ci ricorda che tutto deve essere orientato al bene e che il Salvatore viene a ricordarci che l’uomo vero è colui che fa ogni cosa per amore.
  

Don Marco

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