GUARDARE DENTRO DI SÈ


Carissimi,

c’è un passaggio della parabola del Padre Misericordioso, raccontata da Luca, che mi colpisce: si tratta del momento in cui il figlio minore capisce che, forse, è meglio tornare alla casa di suo padre. Luca descrive quel momento con queste parole: “Allora ritornò in sé” (Lc 15, 17). In quel momento si guardò dentro e capì.

Guardare dentro di sé può voler dire, qualche volta, scontrarsi con la parte meno bella di se stessi: quella caratterizzata dai nostri limiti, dalle nostre fragilità, dai nostri sbagli. L’avvento è il tempo in cui ci viene ricordato che l’esperienza dei nostri fallimenti non ferma Dio: Egli viene a salvarci. L’uomo non è uno sconfitto, ma un redento.

Guardare dentro di sé significa trovare nel profondo di noi stessi i desideri più veri, le attese più significative. L’avvento è il tempo in cui le attese dell’uomo si incontrano con il sogno di Dio e trovano pienezza nella grande gioia annunciata a Natale dagli angeli. Dio è la risposta alla nostra sete di felicità.

Guardare dentro di sé significa anche scoprire i doni che ci sono in noi, le nostre capacità, le nostre potenzialità. L’avvento non è solo il tempo in cui si pensano i regali da fare ai nostri cari, ma è anche il tempo in cui noi possiamo trasformarci in dono, perché la luce che Dio ha messo in noi può illuminare il mondo attorno a noi.

Quando guardiamo dentro di noi scopriamo che nulla di quello che siamo o di quello che ci accade deve essere sprecato. Possiamo sempre imparare qualcosa, soprattutto a camminare verso Dio. E l’avvento ci ricorda che il tratto di strada non è poi così lungo perché Dio si è fatto vicino.
  

Don Marco

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