DALLA RICONOSCENZA ALLA CURA


Carissimi,

ecco una nuova domanda di Gesù: «Vedi queste grandi costruzioni?» (Mc 13, 2). Questa domanda è diretta a un discepolo che uscendo dal tempio invita Gesù ad ammirare la bellezza degli edifici e loro magnificenza. Ma Gesù subito richiama l’attenzione sulla fragilità di tanta bellezza, sulla precarietà di ciò che pare solido.

Questa domenica si celebra la 42ª Giornata Nazionale per la Vita; nel messaggio scritto dai vescovi per questa occasione si legge: «la vita non è un oggetto da possedere o un manufatto da produrre, è piuttosto una promessa di bene, a cui possiamo partecipare, decidendo di aprirle le porte. Così la vita nel tempo è segno della vita eterna, che dice la destinazione verso cui siamo incamminati».

Ma sappiamo anche che la vita può essere ferita da mille difficoltà; ma la cosa ancora più grave è quando si offende la dignità di ogni esistenza.

I vescovi invitano a due atteggiamenti: la gratitudine e lo stupore per il mistero della vita dal suo inizio fino al suo naturale termine; il prendersi cura della vita perché niente possa violarne la sua grande dignità.

In una sua bella canzone Battiato canta: Ti solleverò dai dolori e dai tuoi sbalzi d'umore dalle ossessioni delle tue manie. Supererò le correnti gravitazionali, lo spazio e la luce per non farti invecchiare. E guarirai da tutte le malattie. Perché sei un essere speciale ed io, avrò cura di te.

Il prendersi cura della la vita, proteggendola in ogni suo momento, fragile o gioioso, è la più bella guarigione che si possa ottenere. “Ogni situazione che incontriamo ci confronta con una differenza che va riconosciuta e valorizzata, non eliminata, anche se può scompaginare i nostri equilibri” (Messaggio dei Vescovi).


don Marco

Informazioni aggiuntive