LE DOMANDE BENEDETTE

 

Carissimi,

questa settimana ci fermiamo ancora sul brano che ci racconta del miracolo non riuscito da parte dei discepoli che invano hanno tentato di guarire un ragazzo posseduto da uno spirito muto che lo sbatte a terra, gli fa digrignare i denti, lo porta ad avere convulsioni.
Gesù chiede che gli sia portato il ragazzo e a suo padre pone una domanda: «Da quanto tempo gli accade questo?» (Mc 9,21).

Una domanda apparente inutile; ci verrebbe da chiedere a Gesù che differenza fa sapere da quanto tempo il ragazzo è sofferente.
Che importa sapere se sta male da uno due o chissà quanti anni?
Sta male, deve essere guarito; questo è quello che è importante.

Eppure questa domanda fa bene...
Il padre inizia a raccontare, a raccontarsi e, come sempre accade, mentre parla e dice che cosa sta succedendo l’ansia e la tensione sembrano diminuire; il problema rimane ancora ma il modo di affrontarlo cambia.

Forse anche a noi è capitato che una semplice domanda, apparentemente inutile, ci abbia permesso di aprirci con qualcuno, di dire qualcosa che tenevamo nel cuore da tempo e che ci portava via un po’ di serenità; improvvisamente abbiamo smesso di sentirci con l’acqua alla gola.
Forse anche noi abbiamo posto la domanda giusta al momento giusto e ci siamo sentiti dire un grazie per aver dato l’occasione di sfogarsi.

Con la sua domanda Gesù ha voluto aiutare il padre prima di compiere il miracolo di guarigione per il figlio.

Siano benedette, allora, quelle domande semplici, forse un po’ inutili, ma mai fuori luogo, che permettono di prendere le distanze dai problemi, che aiutano ad essere un pochino più oggettivi, che aiutano ad aprire il cuore e a lasciar uscire l’amarezza o l’ansia. 


don Marco

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