DAL CUORE E DALLA BOCCA

 

Carissimi,

la domanda di Gesù di questa settimana è: «Di che cosa discutete con loro?».

Tornato dal monte Tabor dove è avvenuta la trasfigurazione Gesù trova i suoi discepoli che discutono con alcuni scribi. L'argomento della discussione è l'incapacità da parte dei discepoli di guarire un ragazzo che "ha uno spirito muto".

Questa domanda, fuori dal suo contesto, rimane per noi una vera provocazione: di che cosa parliamo con gli altri? Riusciamo a parlare di cose importanti? Riusciamo a parlare della nostra fede?

Si sa che la comunicazione è difficile: lo è tra amici, lo è all'interno della coppia, lo è tra genitori e figli, lo è tra generazioni e tra culture diverse. Spesso viene più facile una comunicazione superficiale, talvolta quasi banale. Il Vangelo ci mette in guardia: «La bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda» (Mt 12, 34).

Il nostro arcivescovo una volta ha detto: «La religione delle chiacchiere, delle parole vuote, delle parole cattive, delle mormorazioni che insinuano sospetti e seminano discredito, delle lamentele deprimenti che diffondono scontento, delle domande che non vogliono ascoltare le risposte, come fanno gli scribi dei farisei: la religione delle chiacchiere non è quella dei discepoli del Signore Gesù».

Allora è doveroso che ognuno di noi si chieda come è il livello della propria comunicazione.
È bello che questa domanda ci raggiunga nel tempo dell'avvento che è il tempo che ci invita a contemplare il nostro Dio come un Dio che comunica e si comunica: inviandoci suo Figlio, il Padre non ci ha comunicato delle informazioni o dei precetti; ci ha comunicato se stesso, aprendo il suo cuore all'umanità non in una chiacchierata banale, ma in un dialogo intenso e profondo. 


don Marco

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