“Misericordia et misera”

«La misericordia non può essere una parentesi nella vita della Chiesa», perché l’incontro tra Gesù e l’adultera è l'«icona» non solo dell’Anno Santo straordinario che si è appena concluso, ma dello stile del cristiano.

Il Giubileo finisce, il Giubileo continua. «Termina il Giubileo e si chiude la Porta Santa. Ma la porta della misericordia del nostro cuore rimane sempre spalancata.

Nella Lettera apostolica Misericordia et misera, papa Francesco afferma che «questo è il tempo della misericordia», e auspica una «conversione pastorale» che metta al centro i poveri e l’ascolto della gente.».
E addita a tutta la comunità cristiana «la via della carità», «la strada della misericordia che permette di incontrare tanti fratelli e sorelle che tendono la mano perché qualcuno la possa afferrare per camminare insieme».
E sottolinea la tentazione di fare la «teoria della misericordia» che si supera «nella misura in cui questa si fa vita quotidiana di partecipazione e di condivisione».

Tra le novità del documento, la facoltà per tutti i sacerdoti, «in forza del loro ministero», di concedere l’assoluzione dal «procurato peccato di aborto»; la proposta di dedicare una domenica alla promozione della Bibbia e di istituire una Giornata mondiale dei poveri.

«In una cultura spesso dominata dalla tecnica, sembrano moltiplicarsi le forme di tristezza e solitudine in cui cadono le persone, e anche tanti giovani», l’analisi del Papa: per un futuro non «ostaggio dell’incertezza» la misericordia è l’unico antidoto a «malinconia, tristezza e noia, che lentamente possono portare alla disperazione».

No alle «chimere che promettono una facile felicità con paradisi artificiali», sì alla misericordia come «vento impetuoso e salutare», di fronte al quale «non si può rimanere indifferenti, perché cambia la vita», come abbiamo sperimentato nell’anno giubilare appena trascorso.

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