Gioia e Misericordia

In un angelus del settembre 2013 papa Francesco usava un'espressione molto efficace: gioia e misericordia prima di tutto.

Ricordava così le caratteristiche 
del Padre che non si stanca di perdonare e lo fa con gioia. E indicava ai cristiani il rischio di accontentarsi dei precetti come se fossero il tutto di una vita di fede. Ma molto più desiderabile è l'esperienza della gioia e della misericordia per noi e per chi incontriamo.

Abbiamo voluto utilizzare 
l’espressione del papa come filo conduttore della festa patronale perché ci sembra possa essere il modo con cui coinvolgerci nelle iniziative di questa settimana. Una festa è un'occasione per dire qualcosa, è l'esperienza consueta di chi desidera manifestare affetto e accoglienza per un festeggiato, o vuole ringraziare per un evento che si compie. Sempre una festa mostra il volto di chi siamo e ci piacerebbe che dallo stile di questa ricorrenza fino all'ordinario dei giorni abituali, questa fosse la cifra del nostro stare insieme.

Siamo gente 
capace di gioia e di misericordia. Non solo nella parentesi di una festa, ma, ed è ciò che ci preme comunicare anche fuori dai soliti ambiti, è la caratteristica di un cristiano. Fa parte del suo dna perché l'ha imparato dal Signore e lo sperimenta continuamente. E sa che è soprattutto di gioia e di misericordia che il mondo ha bisogno.

Le iniziative 
proposte sono varie ma hanno l'ambizione di raggiungere tutti perché ognuno possa trovare un pensiero, una parola, un'immagine che rimanga come esperienza di gioia e di misericordia. Quando i segni della festa saranno riposti e il quotidiano tornerà protagonista, potremo dire che essa ha raggiunto il suo scopo se questo è avvenuto, se in un canto oppure in un quadro della mostra o anche nella compagnia delle occasioni conviviali abbiamo intuito che è possibile anche per noi vivere nella gioia e nella misericordia.

dS

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