Giorni difficili

Cari Amici

Sono giorni difficili quelli che stiamo vivendo.

Abbiamo iniziato l’Avvento scioccati da una esplosione di violenza fredda e sanguinaria che genera in ciascuno tensione, timore e paura.

Quanto lontani questi sentimenti da ciò a cui ci stiamo preparando: la nascita di un bambino nella povertà e nell’umiltà di una grotta.
Che ha a che fare col presepe che stiamo preparando nelle nostre case con la storia travagliata dell’umanità?
Che senso ha prepararci al ricordo di una nascita, mentre centinaia di uomini, donne, bambini muoiono a causa della violenza umana?

Sempre noi corriamo il rischio di rendere il Natale una fuga e una favola bella, un balsamo ingenuo e inefficace alle nostre sofferenze e ai nostri drammi.
Però mai come in questa circostanza siamo chiamati a rinnovare le ragioni della nostra speranza e mai come in questi giorni questa speranza si deve tradurre in azione di saggezza, di giustizia, di pace e di riconciliazione. Un’occasione per mettere alla prova se la proposta evangelica, lo stile e le parole di Gesù hanno ancora un senso per la storia di questa nostra umanità.

A questa barbarie come rispondiamo?
Di fronte a questa violenza quale antidoto adottiamo?
Al fanatismo di alcuni sapremo offrire la vera ragione della fede e sapremo “convertire” con la forza del Vangelo i cuori dei violenti e degli assassini?

Natale ci aspetta con questa sfida e con questa verità.

dS

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