Solo, ma per gustare la Tua presenza

 

Non sono mai solo perché Tu sei in me. La solitudine non è la condizione del credente; quando la desideriamo, in verità non è per stare soli, ma per gustare con maggiore intensità la Tua compagnia. Se il nostro abbandono è una donazione totale, la nostra anima diventa la Tua casa: Tu abiti in noi.

Tu conosci le nostre debolezze, consenti le nostre contraddizioni e quindi non poni condizioni alle nostre aspirazioni.

È la volontà che viene premiata: Signore io voglio amarti, Ti ripeto il mio amore. Mettimi nelle condizioni di manifestartelo. Tu mi devi dare la forza, Tu mi devi donare la fede. lo sono un nulla, sono solo capace di esprimere un desiderio. Tu devi fare il resto.

Se penso di essere solo, ho paura; ho paura di precipitare nell' abisso della mia finitudine.

Sono felice quando mi manifesti la Tua presenza, quando mi riveli il Tuo volto.

Se il mio amore per Te è libero da ogni ipoteca, da ogni richiesta di favori, da ogni domanda di grazie, insomma se il mio amore è gratuito, allora sento che Tu sei in me: la mia anima è come una conchiglia piena della Tua eco.

Ma non sempre riesco a volare così in alto; spesso la mia fede si riduce ad un accattonaggio petulante, a richieste di protezione dei miei materiali interessi, magari del mio bene spirituale, ed è per questo che mi sento solo.

Ti nascondi, ed io piango come un bambino perdutosi nella folla. Lo so, lo so che quando per la mia opacità non Ti vedo, Tu brami di stringermi al Tuo seno.

Tu sei la Mamma che non si placa sino a quando non ha tra le braccia il figlio smarrito.


(Tratto da "Non sono solo" di Luciano Radi)


Anche questa settimana ho riportato un frammento di questo testo di Luciano Radi, che raccoglie gli appunti di un sacerdote anonimo. Trovo che le parole sopra riportate possano essere una bella preparazione alle Giornate Eucaristiche.


Don Marco

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