UNA VOCALE FA LA DIFFERENZA


Carissimi,

un’orchestra sinfonica è formata di solito da numerosi strumenti: ci sono gli archi, come violini, viole, violoncelli e contrabbassi; ci sono strumenti a corda, come l’arpa o il pianoforte; ci sono strumenti a fiato, come il flauto o il clarinetto, e gli strumenti a percussione, come i timpani e i tamburi.

Ogni strumento ha un suo suono specifico, una sua origine particolare. Anche in una comunità ognuno ha un suo carattere, una sua storia; ognuno ha capacità e sensibilità molto diverse. C’è chi ha un carattere dolce simile al flauto e chi uno grave simile al fagotto; chi ha una sensibilità raffinata come il suono dell’arpa e chi invece ne ha una vicina al suono del tamburo .

Ogni strumento dell’orchestra segue una partitura diversa, abilmente studiata perché unita alla partitura degli altri strumenti dia origine alla sinfonia. Ogni strumento sa quando deve prevalere e quando deve quasi nascondersi. Sa quando deve iniziare a suonare e quando deve stare in silenzio. Il tutto genera una stupenda melodia.

In una comunità le cose sono in parte diverse e, forse, anche più difficili. Non sempre caratteri diversi, sensibilità diverse riescono a comporsi in una armonia.

Questa fatica ci porta talvolta a dire che l’unica soluzione per andare d’accordo è sopportarsi, ossia portare con sofferenza e rassegnazione il peso (qualche volta fastidioso) dell’altro. Ma, forse, sarebbe meglio supportarsi, ossia sorreggere l’altro, portarlo in alto (e non in basso come si fa con il pettegolezzo). Supportare richiede la capacità di ascolto sincero dell’altro, il coraggio del dialogo e del confronto, la forza della ricerca di un ideale comune, l’umiltà di riconoscere la ricchezza del cuore dell’altro. Sopportare o supportare...quale differenza fa una vocale!

Don Marco

 

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