LA PAURA FA 90

 

Carissimi,

questa settimana ci fermiamo su due domande di Gesù riportate nel Vangelo di Marco: “Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?»”. (Mc 4, 40).

Il contesto è quello della tempesta che sorprende i discepoli mentre sono sulla barca.

Presi dalla paura i discepoli arrivano persino a dubitare dell’amore di Gesù nei loro confronti e sembra quasi che lo accusino di non essere interessato a loro e al pericolo che stanno correndo. Davvero la paura fa fare e dire cose senza controllo. O forse, qualche volta, tira fuori quello che pensiamo nel profondo ma non abbiamo il coraggio di dire ad alta voce…

Sta di fatto che i discepoli provano una comprensibile paura di fronte al pericolo di morte e nello stesso tempo una profonda irritazione nei confronti di Gesù che, nel pieno della tempesta, dorme comodamente appoggiato a un cuscino.

Le domande di Gesù si presentano come un rimprovero delicato ai discepoli.

Due aspetti in particolare mi colpiscono. Il primo è il binomio paura-fede. Gesù non parla di coraggio per vincere la paura, ma di fede. Il Cristiano non è uno a cui viene chiesto un coraggio da leoni, ma uno da cui ci si aspetta una fede solida in Dio. La fede, la fiducia, l’affidarsi al Signore portano a vincere la paura e quindi a trovare il coraggio.

Il secondo particolare è l’avverbio ancora: Gesù sembra domandarsi come sia possibile che i discepoli, dopo tanti episodi in cui Gesù ha mostrato che ci si può veramente fidare di lui, non riescano ancora a dare piena fiducia Lui. Di che cosa hanno ancora bisogno per fidarsi del Signore? Credo che questa domanda interpelli anche noi, il nostro cuore, la nostra fede fragile.

 

don Marco

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