CANTERÒ IL NOME DI DIO

 

Carissimi,

confesso che, pur apprezzando molto il rito romano, sono innamorato del rito ambrosiano. Trovo che alcune particolarità del nostro rito siano davvero significative. Tra le tante c’è la frase con cui l’assemblea si congeda alla conclusione della messa. Mentre nel rito romano, all’invito del sacerdote ad andare in pace, il popolo risponde sottolineando la gratitudine per quanto vissuto (Rendiamo grazie a Dio), nel rito ambrosiano i fedeli sottolineano di più l’impegno che ora li aspetta (Nel nome di Cristo).

Questa espressioni mi ricorda soprattutto che la celebrazione eucaristica, avendo realizzato una comunione profonda con il Signore, ha reso ancora più forte il senso di appartenenza a Lui; quando usciamo dalla chiesa dopo la messa sentiamo tutta la gioia di essere figli di Dio, di far parte del suo popolo e della sua famiglia, di essere cristiani.

Dire nel nome di Cristo significa anche prenderci l’impegno di testimoniare agli altri il suo amore. La fine della messa è sempre l’inizio di una nuova missione, di un nuovo impegno...quello di far conoscere il nome di Gesù con la nostra vita.

Infine dire nel nome di Cristo significa ricordare a noi stessi che Lui è l’unico salvatore. Bellissima questa frase di Pietro riportata negli atti degli Apostoli: «nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato. […] Non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati» (At 4, 10. 12).

Il nome di Gesù non è un talismano magico. Pronunciare il nome di Gesù è, piuttosto, un atto di fede nella sua potenza e un affidarsi alla sua volontà con una preghiera fatta nel suo nome.
 

Don Marco

 

 

 

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