Dal discorso alla Città di mons. Mario Delpini

 

In conclusione ho una domanda da porre alla città, ai responsabili delle amministrazioni e delle istituzioni della città e del territorio, a me stesso e alla comunità cattolica e a tutte le comunità cristiane e a tutti i rappresentanti delle tradizioni religiose che vivono in città: e gli altri?

E la domanda non si accontenta di una risposta facile, sbrigativa. La domanda può continuare a ispirare l’attenzione, incoraggiare la speranza, esigere d’essere considerata in ogni ambito della vita pubblica.

Si potrebbe dire: «E gli altri: chi sono?». Sono la nostra inquietudine, sono interlocutori e annunciatori della nostra speranza, sono chiamati a essere il “noi” che si governa nelle istituzioni democratiche.

Voglio fare l’elogio e dire parole di incoraggiamento e di benedizione per voi che, incontrando i problemi e le ferite, non perdete troppo tempo a domandarvi: «Di chi è la colpa?» e piuttosto vi chiedete: «Che cosa posso fare io per medicare le ferite e affrontare i problemi?».

Voglio fare l’elogio di voi che, incrociando le persone, non girate la faccia dall’altra parte, desiderando di non essere disturbati, e piuttosto sorridete e salutate e ascoltate, perché queste persone sono la vostra gente.

Voglio fare l’elogio di voi che affrontate a viso aperto le ingiustizie, le prepotenze, le forme di illegalità, le manifestazioni del vandalismo e vi mettete dalla parte delle vittime. Anche voi avete paura, perché siete gente normale, ma l’affrontate, perché gli altri vi stanno a cuore; gli altri, quelli che sono più deboli, che sono meno rappresentati, anche se non votano. Voi state dalla parte di coloro che hanno più bisogno delle istituzioni e del loro buon funzionamento.

Voglio fare l’elogio di voi, uomini delle istituzioni, onesti, dedicati, responsabili, espressione di una democrazia seria, faticosa e promettente, decisi a far funzionare il servizio che i cittadini vi hanno affidato. Voglio fare l’elogio di voi, che sapete che cos’è il bene comune e lo servite.

Faccio il vostro elogio, perché io vi stimo.
 

Dal discorso alla Città di mons. Mario Delpini

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