IL BELLO DELLA QUARESIMA - Il silenzio di Lazzaro


Carissimi,

il vangelo di questa domenica ci racconta il famoso miracolo di Gesù che riporta in vita Lazzaro. Quando ero bambino mi arrabbiavo spesso con Lazzaro: perché non ha detto a nessuno che cosa ha visto in quei quattro giorni in cui era morto? Che cosa ha scoperto dell’Aldilà? Ha visto il paradiso? Possibile che si sia tenuto una tale segreto solo per sé?

Ancora oggi non ho una risposta a queste domande. Però sento che il silenzio di Lazzaro non è più motivo di rabbia; al contrario, oggi per me il suo silenzio è motivo di gioia.

Lazzaro ha saputo custodire come un tesoro prezioso il mistero intimo che lo aveva raggiunto, testimoniando semplicemente che occorre fidarsi di Gesù. Trovo, oggi, molto bello questo silenzio: in una società dove spesso le persone mettono in piazza ogni aspetto della loro vita, talvolta anche momenti profondamente intimi, Lazzaro ci insegna che c’è una parte di noi che resta un segreto che solo Dio conosce e solo noi possiamo, in parte, comprendere e non è giusto esibirlo agli altri. Il silenzio di Lazzaro è il silenzio dell’intimità con Dio.

Lazzaro ha ricevuto una grazia incredibile, si è trovato di fronte al mistero dell’onnipotenza di Dio che sconfigge la morte. Si tratta di un mistero ineffabile, e quindi che non può essere raccontato (ineffabile significa letteralmente che non può essere detto). Il silenzio di Lazzaro è il silenzio dello stupore.

Lazzaro tace perché sa che c’è una Parola sola che conta ed è decisiva. È una Parola da ascoltare in profondità, da meditare e a cui obbedire, perché è l’unica che può cambiare la nostra vita, trasformandola da semplice esistenza in vita senza fine. Questa Parola è la Parola di Dio. Lazzaro sceglie il silenzio dell’ascolto. Il silenzio di Lazzaro è il silenzio della fiducia.

Il bello della quaresima è l’invito coraggioso al silenzio della discrezione, dell’umiltà, della riconoscenza, dell’intimità. Un silenzio decisamente fuori moda...forse per questo prezioso e affascinante.

Don Marco

 

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