COME UNA MADRE


Carissimi,

l’occasione della festa della Dedicazione del Duomo di Milano, chiesa madre di tutti i fedeli ambrosiano, mi ha fatto tornare alla memoria le parole che Madeleine Delbrel rivolse ai sacerdoti: «Un prete non parli mai con leggerezza della Chiesa, come se fosse uno che viene da fuori: un figlio è subito giudicato, se si permette di giudicare sua madre». Credo che siano parole che riguardino tutti i fedeli.

A queste si aggiunge l’accorato appello del nostro arcivescovo: «Per me è incomprensibile che il risentimento, l’amarezza, le ferite siano, per così dire, una buona ragione per lamentarsi dei fratelli e delle sorelle della propria comunità, dei preti, del Vescovo e del Papa».

Queste parole forti sono per me un invito a ritrovare lo stupore di fronte alla Chiesa che è Madre.

È Madre perché genera ogni giorno nuovi figli alla fede amministrando i sacramenti; è Madre, perché si adopera con i suoi volontari nella vicinanza ai poveri; è Madre, perché attraverso catechisti ed educatori spende energie e risorse nell’educare chi è più giovane a incontrare il Signore e a trovare in Dio il centro della vita e il senso del nostro esistere; è madre perché si fa presente sul territorio, come parrocchia, abitando tra le case di una frazione, di un quartiere, di una città e diventandone il cuore che mette in circolazione l’amore di Dio.

Sento forte, anche, un invito alla amorevole comprensione: la Chiesa non è priva di difetti, la parrocchia è segnata da limiti ed errori. Ma questi possono essere sanati solo se tutti i fedeli vivono una benevola fraternità collaborando all’edificazione della propria comunità che è una porzione importante della Chiesa Madre.


Don Marco

 

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