IL TRIONFO DI PASQUA

Carissimi,

in questi giorni mi ha colpito molto un passaggio dell’omelia della veglia pasquale del vescovo di Bergamo: «La luce dalla risurrezione è una piccola luce. È una luce che dovrebbe cancellare ogni velleità, ambizione, orgoglioso trionfo. La risurrezione non è un trionfo o, se lo è, non è come lo concepiamo. Noi perseguiamo trionfi, non solo traguardi; sotto ogni profilo è quasi come se la nostra vita, il nostro modo di organizzarci, le nostre attività più belle e anche quelle meno riconosciute e riconoscibili fossero tutte all’insegna non solo dell’obiettivo, del risultato da raggiungere, del trofeo da conquistare, ma del trionfo da potere celebrare. Oggi non è il tempo del trionfo, e anche quando i numeri del contagio, dei malati e dei morti diminuirà noi siamo consapevoli che non ci attende una marcia trionfale. Questa piccola fiamma ci dice la verità della risurrezione; noi parliamo di ripresa, parliamo di rialzarci, di ricominciare. La risurrezione è un dono e la forza della risurrezione è proprio quella del Signore crocifisso, che nella sua croce manifesta tutto l’amore e accende attraverso la sua risurrezione la fiamma della speranza». (trascrizione dall’audio - Mons. Francesco Beschi, vescovo di Bergamo - Veglia pasquale 2020).

Oggi non è il tempo del trionfo...siamo consapevoli che non ci attende una marcia trionfale: sono parole molto forti che mi hanno fatto molto pensare. Credo che ci richiamino a una grande verità: che lo ammettiamo o no, questa esperienza dolorosa è una grande lezione di umiltà; ci siamo scoperti fragili, ci siamo trovati disarmati, alle volte persino impotenti. È tutto così lontano da ogni forma di trionfalismo. Il senso di onnipotenza ne esce certamente ferito.

In questa lezione di umiltà spero cresca in noi anche una grande consapevolezza: che non solo non possiamo salvarci da soli ma stando insieme (e questo desiderio di unità e di comunione si rafforza di giorno in giorno), ma soprattutto non possiamo salvarci senza Cristo: è Lui il nostro unico salvatore.

Ma in cosa consiste il trionfo della Pasqua? Il Vangelo di questa domenica ci racconta l’episodio di Tommaso: egli poté toccare le tracce lasciate dai chiodi e la ferita aperta dalla lancia nel costato del Signore. Questo vuol dire che i segni della passione sono impressi in modo indelebile nel corpo di Cristo Risorto; questo significa che la sofferenza di Cristo non è un dettaglio trascurabile, un brutto ricordo del passato da cancellare e dimenticare. Il trionfo della Pasqua non è una sorta di lieto fine dopo la tempesta del dolore. E una buona notizia, una indistruttibile speranza dentro il turbinio delle tribolazioni. Il trionfo della Pasqua non è affidata a un “dopo” indeterminato, ma è oggi! La Pasqua è la vittoria dell’amore sul male; è la fedeltà di Dio sopra ogni avversità; è la vita piena che entra nelle trame, a volte dolorose, della nostra esistenza.

Il trionfo della Pasqua ha la forza di una fiamma che entra nella nostra vita e che non può più essere spenta: da essa accendiamo il fuoco della speranza.
 

Don Marco

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