VA BENE SE FACCIO IL BENE?

 

Carissimi,

prima di dirvi quale è la quarta domanda di Gesù su cui riflettiamo vorrei condividere un ricordo che ho di un intervento di un sacerdote, uno dei parroci delle parrocchie in cui sono stato inviato durante gli anni del seminario. Era l’inizio dell’estate ed era appena iniziato un torneo serale in oratorio. Dopo pochissimi giorni arrivò una telefonata seccata e minacciosa al parroco perché le luci del campo infastidivano una vicina di casa dell’oratorio. Il parroco decise di sospendere il torneo e lo comunicò in chiesa alla domenica dopo le messe. Dopo aver spiegato brevemente (e con molta amarezza perché il torneo coinvolgeva numerosi ragazzi) il motivo di tale interruzione aggiunse: «è difficile fare del bene! Non tutti lo apprezzano».

Questa frase mi ritorna in mente ogni volta che leggo questa domanda di Gesù: «è lecito in giorno di sabato fare il bene o il male, salvare una vita o toglierla?». Gesù ha fatto un miracolo: ha guarito un uomo dalla mano paralizzata. I farisei anziché gioire perché un uomo è stato guarito, anziché stupirsi della potenza di Gesù che guarisce gli ammalati, si arrabbiano perché lo ha fatto di sabato. È davvero incredibile: uno fa del bene, ma non va bene!

Temo che capiti spesso che quando uno si dia da fare tanto per il bene, cerchi davvero di fare qualcosa per gli altri, anche con un grande impegno, anziché sentirsi dire un sincero grazie per quello che ha fatto riceva subito una critica per un piccolo particolare che ha sbagliato o perché avrebbe dovuto fare anche qualcos’altro. Non sto dicendo che si non può fare mai una critica. Mi preoccupa, piuttosto, constatare che tante volte la critica rende ciechi e non  fa riconoscere il tanto bene che è stato fatto, rendendo le persone sempre critiche, insoddisfatte e ingrate.


don Marco

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