COME SI EDUCA IL CUCCIOLO D’UOMO?

 

1. Si dice e si pensa che agli adulti non sia possibile educare. I cuccioli si possono accudire, si possono curare, si possono fornire di tutto quello che serve, ma quanto all'educazione sono condotti dalle mode, dai media, dalla compagnia. Gli adulti poi talora sono complessati e si dicono: non so più io stesso che cosa sia bene e che cosa sia male. Come posso insegnarlo agli altri? Non so io stesso quale sia il senso della vita. Come indicarlo agli altri? Non so io stesso che cosa pensare di Dio, della morte, di come e perché pregare. Che cosa dire agli altri?

2. Alcuni pensano che l'anima cresca come il corpo: basta che ci sia il pane, il tetto e, quando servono, le medicine per un meccanismo naturale il corpo si sviluppa e cresce; e con il corpo cresce anche l'intelligenza, la parola, l'anima insomma. [...]

3. Invece i figli degli uomini invocano una parola che li chiami alla speranza, una presenza che li accompagni nella vita, una compagnia che li incoraggi nella pericolosa traversata del deserto verso la terra promessa. I figli degli uomini invocano l'alleanza educativa degli adulti, il papà, la mamma, i nonni, gli insegnanti, gli adulti della comunità cristiana.

[...] Il vescovo può dire che l'educazione non è l'addestramento alle buone maniere, a un comportamento socialmente accettabile, ma è un aiuto a una interiorità onesta, sincera, libera, che decida il bene. Il vescovo può dire che l'educazione non è un impegno per rassicurare l'educatore ma per aiutare il cammino del ragazzo/adolescente/giovane: non guarda solo il presente, non cerca solo di evitare tensioni, ma richiede, propone, suggerisce uno stile di vita, un riferimento a valori, un senso di doverosa coerenza che ispiri uno stile di vita.


Mons Mario Delpini,
8 febbraio 2019

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