DIO CI HA MESSO IL SUO CORPO TRA LE MANI

 

Carissimi,

vorrei fermarmi ancora al momento in cui riceviamo il corpo di Cristo.

Da diversi anni in Italia i vescovi hanno dato facoltà di ricevere l’ostia sulle nostre mani.

San Cirillo raccomanda che la mano sinistra riceva il corpo di Cristo come fosse un trono che accoglie il Re. Ma certo si tratta di un trono umile, come umile è il Re che sta per essere accolto.

Mi colpisce molto guardare le mani di chi viene per ricevere la comunione: sono così diverse, ma soprattutto dicono tanto.

Ci sono le mani tenere e piccole dei bambini, le mani energiche dei giovani e quelle che portano i segni dell’abbondanza degli anni. Ci sono mani lisce e delicate e quelle che invece mostrano la fatica di lavori manuali che lasciano un segno indelebile. Ci sono mani sane e robuste, e ci sono mani che portano la ferita di qualche incidente.

Le mani raccontano la storia di ognuno di noi; e il corpo di Cristo arriva proprio sulle nostre mani, nella nostra storia, nelle nostre fatiche e nelle nostre consolazioni, nelle nostre ferite e nei nostri successi.

È importante che le nostre mani ricevano con dignità questo umile Re; per questo occorre disporre bene le mani all’altezza del cuore, con il palmo della mano sinistra disposto come una culla mentre la mano destra porta l’ostia in bocca.

È bene controllare che nessun frammento di Eucaristia sia rimasto sul palmo. Nel caso occorre portare anche quel piccolo frammento alla bocca, mentre il cuore non smette di lodare Dio che ha messo il suo corpo tra le nostre mani.

 

Don Marco

 

 

 

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