NON SI VEDE BENE CHE COL CUORE

 

Carissimi,

il nostro viaggio dentro la celebrazione eucaristica ci porta ad avvicinarci alla parte più importante della messa: la consacrazione. Sembra che ogni momento vissuto, dall’atto penitenziale alla professione di fede, ci abbia condotto fino a qua lentamente, senza fretta per essere ben preparati al momento in cui il Signore sarà realmente presente nel pane e nel vino.

La preghiera eucaristica è preceduta dal prefazio, una vera e propria introduzione, come dice la parola stessa (prefazio significa proprio detto prima e quindi introduzione). Si tratta sempre di piccole opere d’arte che in poche parole, quasi con un tono poetico, sanno focalizzare lo sguardo su un aspetto particolare del mistero di Dio, del suo amore e della nostra salvezza. Suggerisco di leggerli e meditarli prima che inizi la messa.

Ma al di là dei contenuti, che cambiano di domenica in domenica, a me piace tanto il dialogo iniziale, in particolare la frase detta dal celebrante: «In alto i nostri cuori».

Quasi sempre, quando celebro, accompagno questa frase con un gesto: alzo leggermente il capo e guardo verso l’alto e per un attimo contemplo la bellissima vetrata della nostra chiesa, così azzurra e così colorata.

Chissà quante volte facciamo esperienza del cuore appesantito da mille problemi, da amarezze, dai nostri sbagli.

Nella messa il Signore raccoglie tutto questo e ci invita a distogliere lo sguardo dalla terra per guardare il cielo, o meglio per guardare in alto, verso Lui.

Cuori che si innalzano verso il cielo, cuori che cercano la felicità, cuori che desiderano la pace, cuori che sono rivolti a Dio, cuori che possono contemplare la presenza di Gesù.

«Sono rivolti al Signore»: non si vede bene che col cuore!

 

Don Marco

 

 

 

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