UNA MANO PIENA - UNA MANO VUOTA

 

Carissimi,

quando arriva il momento dell’offertorio avverto sempre un po’ di imbarazzo. Portiamo al Signore un po’ di pane e un sorso di vino; sembra così poco rispetto a quello che ci offre Lui. Mi pare di avere le mani vuote.

Nello stesso tempo rimango meravigliato di questi piccoli doni perché portano il marchio di una collaborazione tra la grazia di Dio, che ci da l’uva e il grano, e il lavoro dell’uomo, che li coltiva e li trasforma: l’uomo e Dio insieme.

Mentre sollevo il pane e il vino per presentarli al Signore a nome di tutta l’assemblea mi piace farmi una domanda: che coso offro di me al Signore? Allora inizio a pensare alla mia vita vissuta: una parola detta che ha dato consolazione, una persona incontrata, una difficoltà vissuta, una fragilità che non ho saputo evitare, la gioia dei ragazzi del nostro oratorio, gli incontri con i gruppi di adulti, un’esperienza particolarmente significativa che ho fatto...Improvvisamente mi sembra di avere le mani piene.

Mi permetto di suggerire questo gesto a ognuno di noi: prima di andare a messa, soprattutto la domenica, pensiamo a una cosa che abbiamo vissuto durante la settimana, a una persona o situazione che abbiamo incontrato e che vogliamo offrire a Dio. Sono certo che accadrà come col pane e col vino: Dio prenderà i nostri doni e ce li darà trasformati.

Così all’offertorio ci sembrerà di avere una mano piena di doni da dare e una mano vuota per ricevere i doni di Dio.

Vorrei concludere con un bellissima preghiera che il messale propone di recitare sui doni offerti:

Accogli, o Dio, le nostre offerte in questo incontro mirabile della nostra povertà e della tua grandezza: noi ti presentiamo le cose che da te ci provengono, tu donaci in cambio te stesso.

 

Don Marco

 

 

 

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