LA PACE VIENE DALL’ALTO

 

Carissimi,

il gesto dello scambio della pace nel nostro rito ambrosiano è collocato, secondo le indicazioni del Vangelo, subito dopo la preghiera dei fedeli, prima di presentare le offerte all’altare. È come se il rito ci dicesse che non si può continuare quella celebrazione che presto ci farà essere in comunione con Dio se prima non c’è la comunione tra noi uomini.

Ricordo che in una messa che stavo celebrando ci fu un bambino di 4 o 5 anni che, al momento dello scambio della pace, decise che sarebbe stato giusto dare la mano a tutti (o quasi) e, con grande imbarazzo della mamma, si mise a percorrere tutta la navata centrale dando la mano a tutte le persone, le quali accolsero quel gesto genuino con un sorriso sereno. Credo che in quella serenità che vidi quella volta ci sia la forza e l’efficacia del segno della pace.

Ma non sempre questo gesto è vissuto come un momento importante. Capita qualche volta che ci si dia la mano in modo formale, con freddezza, velocemente, senza guardarsi in faccia.

Quando ci diamo la mano dobbiamo sorridere, stringere con calore la mano dell’altro e, soprattutto, guardarci negli occhi con affetto e simpatia, con quella stima reciproca che ci ricorda che siamo fratelli.

Sarebbe bello dare la mano proprio a chi sentiamo distante perché ci ha ferito, perché non riusciamo a intenderci con lui. Non sempre è possibile farlo…credo, però, che sia importante che almeno nel cuore facciamo la pace con quella persona.

Chiudo con le parole belle di un canto che ho imparato durante il tempo del seminario: «La pace viene dall’alto, entra nel cuore, si vede sul volto; ora ti stringo la mano non sono più solo, non sei più lontano».

Don Marco

 

 

 

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