Il volto della Caritas


Carissimi,

ogni martedì pomeriggio cerco di fare un salto in oratorio vecchio, al primo piano dove si trova la Caritas. Qui incontro il volto delle persone che bussano alla porta della nostra parrocchia per chiedere un aiuto. È un volto variegato per situazione, provenienza e per età.

Alcuni arrivano prestissimo e si fermano in cortile ad aspettare che arrivi l’altro volto della Caritas, quello dei volontari.

È difficile raccontare quello che accade in poche ore presso la Caritas, ma incontrare questi volti a me fa molto bene; sono volti che mi stanno insegnando cose importanti.

La carità non è solo consegnare un pacco di viveri o qualche vestito; è accogliere, ascoltare, comprendere. È bello vedere come i volontari si preoccupino non solo di rispondere ai bisogni, ma si interessano di tutta la storia delle persone che hanno davanti. Li incontrano e li conoscono.

La carità si può fare certamente da soli, ma quando è fatta insieme prende una luce tutta particolare. La generosità dei volontari è accompagnata da un prezioso lavoro di rete: sono molte le realtà (associazioni, enti, istituzioni) che vengono contattate e consultate per dare risposte efficaci e mirate a chi chiede aiuto.

La carità la si può probabilmente spiegare, ma è più bello raccontarla, o meglio raccontare il mistero di vita e di amore che si sprigiona in ogni singolo gesto. Un gesto che non ha per protagonista l’eroismo umano, ma la forza di Dio che opera attraverso di noi; proprio come accadde a Paolo che «dopo aver rivolto loro il saluto, si mise a raccontare nei particolari quello che Dio aveva fatto tra i pagani per mezzo del suo ministero». ( At 21, 19).

 

Don Marco

 

 

 

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