I fatti tragici di questi giorni

I fatti tragici che hanno insanguinato Parigi; la crudeltà che sconvolge la Nigeria; i cento bambini trucidati in Pakistan; i drammatici scontri in Ucraina; la violenza nella Terra dove è vissuto Gesù; il dilagare del terrorismo di matrice fondamentalista in Siria ed in Iraq; i non pochi conflitti di carattere civile che in Africa interessano Libia, Repubblica Centrafricana, Sud Sudan, Sudan, Corno d’Africa, Repubblica Democratica del Congo; in generale tutti gli atti di persecuzione che continuano a seminare morte tra i cristiani e tra le persone buone che amano la pace e aspirano alla giustizia e alla serenità, tutto ciò non può lasciarci solo emozioni strazianti, fiumi di parole e confusioni di proclami.

Noi sentiamo un intenso bisogno di preghiera e di pensiero;
noi non possiamo lasciare spazio a desideri di vendetta, né possiamo illuderci di metterci al sicuro cercando rifugio nell’indifferenza, né vivere ossessionati dalla paura.

Noi professiamo la nostra fede cercando di imparare anche in questo momento a pregare. Pregare significa lasciarsi condurre dallo Spirito a interrogare Dio e a invocare che Dio si manifesti Padre, che venga il suo regno, che visiti con la sua grazia questa povera umanità per donare consolazione e speranza.

La Messa si prolunghi in un momento di preghiera silenziosa.

Che sia un tempo per pregare per i morti, per chiedere che il giudizio di Dio si compia secondo le opere e il cuore di ciascuno, per invocare consolazione per i vivi, conversione per i persecutori, i fanatici, i fondamentalisti, per domandare sapienza, coraggio, per i governanti, per chiedere che gli uomini di cultura e gli operatori della comunicazione mettano le loro risorse al servizio della riconciliazione tra i popoli, alla ricerca di un pensiero libero e rispettoso.

Che sia un pensiero affettuoso per Papa Francesco, missionario di pace e apostolo del vangelo in terra d’Asia.

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