LA FAMIGLIA E LE PAROLE

 

Sovente le nostre sono parole che indicano impegni, compiti, rimproveri, malumori, risentimenti, persino qualche alzata di voce. Difficilmente sono parole “edificanti”, vale a dire che costruiscono, che aprono alla speranza. La parola edificante non elenca le cose da fare, non assilla, ma apre il cuore, aiuta a ponderare le cose della vita, sottolinea il positivo e mette la sordina sul negativo. I bambini imparano le parole per la prima volta in casa. Uno dei misteri più grandi dell’homo sapiens, che siamo noi, è di come un bambino riesca ad apprendere la lingua nel giro di due/tre anni. È un mistero, perché all’inizio il bambino raccoglie le parole come se fossero blocchetti di “lego” e poi passa a fare le combinazioni più articolate e complesse. Sono le sorprese della lingua di un bambino di tre/quattro anni che stupiscono e meravigliano i genitori e i parenti!

Ci sono poi le parole che, più avanti durante la fanciullezza, hanno la forza di aprire il ragazzo e la ragazza al mondo. Il ragazzo delle elementari vive invece un’età creativa, libera di esplorare il mondo. Purtroppo, però non viene lasciata al ragazzo e alla ragazza di quell’età la libertà del gioco e della fantasia: basta vedere l’agenda di un bambino di 6-11 anni, piena di mille cose e attività da fare, più intasata di quella di un vescovo!

Per il bambino di tale età si tratta di una parola che lo fa vivere e la forma di questa parola è il racconto: il racconto della sera, per passare dalla chiarezza luminosa del giorno al buio pauroso della notte. Questi passaggi sono sentiti come pericolosi dai bambini; essi si sentono minacciati e hanno bisogno del soccorso e del racconto dei genitori perché li aiutino a trovare il filo rosso della storia: il racconto che si ascolta raccoglie i frammenti della giornata e gli eventi della propria famiglia. Ritornando al registratore vocale del nostro pranzo, è utile ogni tanto riascoltare cosa e come ci siamo parlati, perché la parola scambiata deve essere edificante. Anche nella stagione difficile dell’adolescente, non bisogna mai perdere il rapporto con lui e con la parola che l’accompagna…


Mons. Franco Giulio Brambilla

Vescovo di Novara

 

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