IL PROFUMO DEI FIORI


Carissimi,

settimana scorsa mi sono fermato a riflettere sul profumo del pane; questa settimana voglio fermarmi a fare qualche considerazione sul profumo dei fiori che nel mese di maggio può essere anche particolarmente intenso.

La sera del rosario al Tumbun mi è successa una cosa particolare: terminato il momento di preghiera, mentre tornavo a casa, sono stato sorpreso da un profumo intenso e buonissimo di fiori. Subito mi sono chiesto quale fosse il fiore che emanava un tale profumo. Mi sono messo a cercarlo e con l’aiuto di alcune persone sono riuscito a trovarlo.

Prima di coricarmi quella sera ho riflettuto su questa esperienza: prima di trovare il fiore il suo profumo mi ha raggiunto e mi ha in un certo senso guidato verso la sua sorgente. All’inizio non vedevo il fiore, ma ero sicurissimo che da qualche parte, nascosto, il fiore c’era. Molto simile è l’esperienza che facciamo di Dio. Non riusciamo a vederlo, spesso dobbiamo cercarlo e lui sembra essere nascosto; ma sentiamo il profumo della sua presenza. Non lo vediamo ma sappiamo che c’è. Il suo amore ci guida e ci spinge a cercarlo. I tanti segni del suo amore che ci circondano sono come il profumo di un fiore: ci fanno capire che Dio c’è e ci aiutano a cercarlo e a trovarlo. Ogni cosa che ci circonda è segno dell’amore di Dio e, insieme, un invito a cercare la sorgente di questo amore.

San Paolo si spinge ancora più in là quando afferma: «Siano rese grazie a Dio, il quale sempre ci fa partecipare al suo trionfo in Cristo e diffonde ovunque per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza» (Cfr 2Cor 2, 14); ognuno di noi può essere quel profumo che induce chi ci incontra a cercare Dio. Ognuno di noi, attraverso i suoi gesti, le sue parole e i suoi modi di fare, può diventare quel profumo che racconta dell’amore di Gesù per gli uomini.

La Madonna e i santi con la loro vita donata a Dio ancora oggi spargono nel mondo il buon profumo che attira e spinge a conoscere Dio.
 

Don Marco

 

Informazioni aggiuntive