LA NOSTRA CHIESA VECCHIA


Carissimi.

il 3 marzo ho firmato l’atto notarile per il passaggio della chiesa vecchia agli ortodossi.

In questi giorni penso spesso all’aggettivo con cui parliamo della chiesa vecchia definendola “nostra”.

Questo “nostra” dice il grande valore della storia di cui sono intrisi i mattoni della chiesa. L’abbiamo ereditata da chi, secoli fa, si è fatto carico di edificarla e da chi, nel corso dei decenni, se ne è preso cura. Ci appartiene come ci appartiene la storia religiosa e di fede della nostra Limito. Ci sentiamo grati e debitori nei confronti di chi ci ha consegnato questo patrimonio culturale e spirituale. La sentiamo proprio come il cuore della nostra comunità.

Questo “nostra” dice anche tutto l’affetto con cui guardiamo la chiesa vecchia: molti di noi hanno vissuto momenti importanti della loro vita sacramentale e spirituale...quanti ricordi rinchiusi lì dentro!

Ma dice anche il magone con cui l’abbiamo vista, soprattutto in questi ultimi anni, deteriorarsi piano piano fino all’inevitabile decisione di chiuderla al pubblico nel 2008. Quanti sospiri malinconici quando i nostri occhi intercettavano il tetto così compromesso e danneggiato.

Questo “nostra” oggi, però, si allarga perché questa chiesa ora è affidata alla cura della comunità degli ortodossi rumeni. Si apre una nuova epoca che ci invita a un cammino di fraternità e comunione con gli ortodossi. Sarà così che ritroveremo la chiesa in un nuovo splendore, non solo perché restaurata, ma perché condivisa (potremo sempre accedervi) con gli ortodossi. Non sarà un po’ loro e un po’ nostra ma semplicemente nostra, di tutti, con quel sapore ecumenico che si apre al dialogo e alla fraternità.


Don Marco

 

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