L’OCCHIO DELLA CARITÀ

 

Carissimi,

nel capitolo ottavo del suo vangelo Marco ci racconta un episodio particolare: viene portato da Gesù un cieco con la richiesta di toccarlo e guarirlo.
Gesù subito mette della saliva sugli occhi del cieco, gli impone le mani e poi gli chiede: «Vedi qualcosa?».
Il cieco risponde di vedere sì qualcosa, la gente, infatti dice di vedere come degli alberi che camminano.
Allora Gesù impone di nuovo le mani e il cieco ci vede finalmente in modo corretto.

Questo episodio ci ricorda che nessuno di noi può dire di vederci bene finché non riconosce nell'altro una persona, un fratello.
Finché gli altri, la gente, sono solo come alberi che camminano, la nostra vista è malata.

Oggi ricorrono la giornata della Caritas della nostra diocesi e la Giornata dei poveri, voluta da Papa Francesco.
E la domanda di Gesù arriva diritta al nostro cuore come una grande provocazione.
Che cosa vedi?
Che cosa vedo?
Che cosa vedo quando esco di casa per andare al lavoro e incrocio lo sguardo di centinaia di presone?
Che cosa vedo quando vado al centro commerciale per fare la spesa e mi imbatto in molti volti?
Che cosa vedo quando la televisione manda in onda le immagini della cronaca di tutto il mondo?

Diceva don Primo Mazzolari: «Chi ha poca carità vede pochi poveri; chi ha molta carità vede molti poveri; chi non ha carità non vede nessuno. L'occhio della carità è l'unico che vede giusto».

Chiediamo per noi il dono di un occhio penetrante, capace di vedere il cuore di ogni situazione e di ogni persona.
Chiediamo per ogni uomo il dono di un occhio capace di vedere l'opera di Dio e il suo amore che tutto avvolge.
Chiediamo per noi l'occhio della carità.
 


don Marco

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