FRATELLI E SORELLE, BUONASERA!

 

Carissimi,

avrete sicuramente riconosciuto le parole del titolo: sono le primissime parole pronunciate da Papa Francesco quando, affacciandosi in piazza san Pietro dopo l’elezione, si è rivolto a tutto il mondo. Un saluto, un semplice e cordiale saluto. Da quel giorno papa Francesco non smette di porgere il suo saluto a chi partecipa alle varie celebrazioni da lui presiedute.

Da quando sono prete amo sempre concludere la celebrazione eucaristica augurando una buona giornata o serata, un buon proseguimento.

Una volta (ero prete da pochi mesi) un sacerdote sentendomi augurare buona domenica al termine della messa mi rimproverò dicendomi che non è giusto che il prete saluti alla fine perché c’è già il saluto della liturgia (andiamo in pace) e il nostro saluto “umano” è inopportuno. Non ho mai condiviso né ascoltato quel rimprovero. E ora che anche papa Francesco usa salutare con “formule “umane” mi sento confortato.

È vero che quando celebriamo l’Eucaristia entriamo in contatto con la maestosa onnipotenza di Dio; è vero che la liturgia vuole con solennità mostrarci la grandezza del mistero di Cristo; ma è anche vero che noi, che partecipiamo alla celebrazione eucaristica siamo uomini, e abbiamo bisogno di gesti e parole che facciano vibrare il nostro piccolo e fragile cuore. Tante volte anche le parole di una predica raggiungono la testa, ma non il cuore!  Anche un semplice saluto riesce a rialzare i cuori e li eleva verso il cielo. Non è forse per questo desiderio di vicinanza che Gesù si è fatto uomo? Forse anche la liturgia deve entrare nella dimensione dell’incarnazione, ossia un Dio che entra nella nostra umanità per farla risplendere di Amore e di Gioia.

Allora…buona continuazione a tutti.

 

Don Marco

 

 

 

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