Confessione: un sacramento in crisi?

Sono venuti da tutto il mondo i preti che mercoledì 1 giugno hanno celebrato a Roma il “giubileo dei sacerdoti”.

Il Papa ha rivolto a loro un lungo discorso nelle tre basiliche vaticane tutto centrato sulla misericordia. Un discorso ricco specificamente rivolto ai Sacerdoti che sono “ministri di misericordia”.

Sulla confessione il Papa ha offerto ai sacerdoti delle considerazioni, che già in altre occasioni ha avuto modo di ribadire, invitandoci a vivere la semplicità evangelica e a guardare là dove il mondo oggi ha più bisogno.

È proprio a partire dal bisogno di misericordia che anche noi sacerdoti diventiamo strumenti della misericordia verso i fratelli. Ci ha invitati a essere uomini di compassione per non ridurci a essere “mezzi preti”. Ci ha chiesto di svolgere bene il nostro ministero in confessionale.

Mentre leggevo le sue accorate parole, facevo una considerazione amara. Nella Basilica di san Pietro tra i milioni di pellegrini molti si accostano al sacramento della confessione. Sarà così anche per “chiese giubilari” in questo anno della misericordia.

Tuttavia non si può che constatare che il sacramento della confessione o della riconciliazione sia il sacramento più in “crisi”. Se togliamo l’accostamento alla riconciliazione in prossimità delle grandi feste: Natale e Pasqua, o in occasione dei sacramenti dei figli, dobbiamo registrare una scarsa frequenza al sacramento.
I giovani non si confessano più. I ragazzi raramente, e l’ultima confessione la fanno per la Cresima poi il nulla. Gli adulti non parliamone.

Ha buoni motivi il Papa di invitare noi preti a celebrare bene il Sacramento della confessione, ma per chi se si confessa sempre meno?

dS

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